lunedì 15 febbraio 2021

 IL CAMMINO DI UNA VITA

Scrivo a 32 mesi dal mio ultimo post.. quasi 3 anni.. so di essere imperdonabile per quanti mi leggono... ma probabilmente mettere a nudo i miei sentimenti mi ha portato a chiudermi in me stessa per UN  tempo significativo.. ma probabilmente necessario.

Come ho sempre sostenuto e scritto è davvero un cammino difficile quello della vita e se hai anche un carattere come il mio, un amico fedele di nome Attila e ora anche una Pandemia da gestire a livello locale, non fa poi così strano dedicare del tempo anche "ad altro" che è "più facile " e " fa meno male"... 

Avere la scusa pronta aiuta: la verità è che è evidente per quanto non lo voglia ammettere che scrivere di me mi ha un po' "prosciugato.

Eravamo rimasti alla lontana estate del 1992 e ai miei allenamenti per la visita alla Madonna del Lussari.. 

Il cammino per arrivare a quella vetta, con ben 1000mt di dislivello non solo fisico,  è iniziato proprio da lì da quell'estate del 1992 e dalle parole di Padre Capellaro.

In quel cammino mi hanno accompagnato tante persone che in un modo o nell'altro nella mia vita hanno fatto la differenza e le ho portate tutte con me nel cuore fino in cima e sono con me ogni giorno della mia vita.

Non finirò mai di ringraziare due persone speciali che hanno reso "fisicamente ed emotivamente" possibile,  la mia scalata al Lussari: il mio amico di una vita e grande alpinista Pierpa e la mia collega e amica Gianna.

Mai nella vita avrei pensato di allenarmi per camminare in montagna: di fatto il mio sport preferito è alzarmi dal divano per arrivare al frigo e viceversa. Non posso dire che mi dispiaccia ma la fatica fisica non è mai stata nella mia classifica delle dieci cose che preferisco fare.

Ancora oggi mi interpello sul fatto che il "non mi piace fare attività fisica" sia effettivamente una cosa che non mi interessa o sia la solita scusa che gli obesi si raccontano per restare a leccarsi le ferite nella medesima situazione. 

In fondo dopo un po' stare male diventa confortevole in un certo qual modo.

Forse la verità sta nel mezzo e di fatto l'intelligenza umana ci porta a trovare delle strade per faticare il meno possibile (abbiamo costruito funivie no?). 

Probabilmente la continua ricerca di avvicinamento al livello di perfezione che arriva da stereotipi irraggiungibili da cui siamo costantemente bombardati provoca la nascita delle fazioni estremiste: tra chi non sa stare senza faticare al limite dell'impossibile e chi non si schioda dal divano.

Io fatico a stare nel mezzo delle due fazioni!!!

Nella mia testa su questo e molti altri aspetti di me stessa c'è ancora tanta ,tantissima confusione. Quello che so è che il 13 agosto 2018 io quella scalata l'ho affrontata e l'ho vinta!

Non lo dico a voce alta, per percorrere un sentiero segnalato con poco meno di due ore di percorrenza io ci ho messo 4 ore e 45 minuti ma ci sono arrivata!. Lasciamo stare poi il fatto che arrivata al Santuario ho messo la testa nell'acqua Santa da quanto ero finita!

Lo confesso: sono ridiscesa in Funivia, ma del resto dovevo arrivarci non anche scendere no?

Arrivare a quella cima ha significato non solo portare a termine un Fioretto che avevo fatto ma superare me stessa oltre ogni limite, sono riuscita in un'impresa che per me rasentava l'impossibile!

In quello zaino che avevo addosso c'era tutta la mia vita, Attila e le mie emozioni controverse, ad ogni passo avevo a destra Pierpa che mi dava il passo, a sinistra la Gianna che mi dava acqua e frutti di bosco per non perdere le forze, davanti l'amore della mia vita che con dei legnetti presi dal bosco, ad ogni tappa mi preparava un piccolo crocifisso da lasciare nei vari capitelli della via Crucis ( per quanti non lo sanno la salita al monte Lussari è scandita dalle tappe delle via Crucis all'interno del Cammino Celeste che parte dall'Isola di Barbana), in cima mi aspettava la mia migliore amica, colei che della mia vita ha condiviso davvero tutto.

Alla fine? Pranzo in cima... ma questa volta l'abbuffata era meritata!