lunedì 18 giugno 2018

L'INCONTRO CON LA FEDE


Come previsto anche questo mese è da pazzi con gli impegni, soprattutto istituzionali e quindi vado avanti a rilento ma ci siamo!

Fu il mio primo vero incontro ravvicinato con Dio a salvarmi dopo il suicidio di zio Giovanni nel 1992.
La sua tragica morte per me fu l'inizio di uno dei periodi più bui della mia esistenza, fu l'incontro con Padre Juan Baptista Capellaro a rimettere in moto, l'agosto di quell'anno tutta la mia vita.
Un ringraziamento affettuoso va al mio parroco, se lui non mi avesse dato la possibilità di fare l'esperienza di una settimana di ritiro spirituale insieme ad altri giovani provenienti da tutta Italia e in particolare dalla nostra Provincia, credo che le mie scelte sarebbero state decisamente diverse e la mia vita sarebbe stata rovinata da una serie di decisioni infelici.
Si sa che 17 anni non sono un bel momento nella vita dei ragazzi, si tratta di un'età di passaggio in cui ti sembra di essere "tu contro tutti", se ci aggiungiamo la gestione di un suicidio "senza perché" la frittata è fatta.
Quell'estate Don Gastone mi chiese di accompagnarlo insieme ad altri ragazzi del paese a Roma per una settimana di preghiera e lavoro "comunitario".
In quel periodo e per i successivi tre anni ho incontrato persone straordinarie che mi hanno davvero reso la vita più piena ma tra queste una in particolare ha lasciato un segno indelebile nella mia vita: padre Capellaro.

Friulano di nascita e argentino di adozione era considerato uno dei "profeti" della Chiesa, uomo colto, di grande spessore morale, simpaticissimo ma anche tanto semplice: le sue parole sapevano arrivare direttamente al cuore dell'altro. Sempre.

Furono proprio le sue parole insieme al sostegno di Don Gastone, Don Ugo e Don Gino Moro oltre ai ragazzi che come me stavano facendo quell'esperienza, a cambiarmi, in un certo "senso", la vita.

Sono sempre stata una persona particolarmente riflessiva soprattutto sugli eventi "negativi" o che reputavo tali della mia vita, quanto estremamente impulsiva e poco razionale/riflessiva per quello che invece riguardava le cose/opportunità a "mio insindacabile giudizio" positive: da rimarcare che quello che per me era ed è positivo non necessariamente lo è altrettanto per il resto del pianeta: di norma sono una che va controcorrente! Devo ancora capire se è un bene o un male...

É proprio in uno dei miei momenti riflessivi e di grande dolore per la perdita "senza apparente perché" da poco subita, in cui il mondo è un posto brutto e "non è possibile che quella sbagliata sia sempre io" che si fanno strada nel mio cuore le semplici parole di padre Capellaro che cambieranno definitivamente la strada intrapresa per un percorso decisamente più in salita, duro e difficile ma che sinceramente rifarei in ogni suo passo: tutto quello che è stato mi ha portato ad oggi e ai grandi cambiamenti della mia vita.

Mi disse: "Ricordati che il Signore non ti fa desiderare una cosa perché non vuole vederla realizzata".
Parole semplici ed oneste che portarono e portano luce al mio cuore ogni volta che ci penso: quello fu il mio vero incontro con la Fede. Incontro tanto importante da dedicargli la mia tesi di laurea ( i prof avevano consigliato a mia mamma di non farmi studiare ricordate?):  "A Don Gastone Liut, Don Gino Moro e Padre Juan Baptista Capellaro per aver sempre creduto in me e nelle mie capacità".

Il dono di una fede salda aiuta davvero nei momenti brutti dell'esistenza ed esalta i momenti belli. Da sola per me, negli anni, non è stata sufficiente ma sentire di avere una "casa" fatta di amore sincero  e "non giudicante" ma anzi dove poter respirare misericordia e perdono per i propri errori e dove poter tornare se necessario è stata e sarà sempre fonte vera di salvezza per me.

La cosa più naturale per me è stato il voto alla Madonna del Lussari quando mi ammalai di cancro nel 2013, per me che appena riuscivo a muovermi vista la mia stazza, riuscire ad arrivare in cima con le mie gambe era ed è la cosa più estrema che potessi offrire in cambio del miracolo della guarigione.

Padre Capellaro e i suoi consigli mi mancano tanto, morì il 24 agosto del 2008. Io ero al lavoro in Irlanda in quei giorni presso L'Education College di Dublino. Rimpiango ancora di non essere potuta andare al suo funerale, se lo avessi saputo sarei rientrata per tempo. Così non è stato.
Oggi passo almeno due o tre volte l'anno a portargli un saluto e una candela sulla sua tomba a Rivolto (Ud), ci parlo, gli racconto cose che so già conosce perché veglia tutti noi da lassù: ma mi fa bene andare a trovarlo, mi fa piangere ma poi quando risalgo in macchina le sue parole si fanno forti nella mia testa e non mi resta che rialzarmi e andare a fare del bene a me stessa e agli altri come mi ha insegnato quella lontana estate del 1992.

Preferisco andarci da sola e non con il viaggio organizzato ogni anno dalla mia parrocchia perché il nostro rapporto lo voglio tenere a due: ne sono gelosa in effetti, un po' anche per sentirmi libera di vivere i miei sentimenti per lui come meglio credo. So che capirebbe.

Capiva sempre, tutto e tutti ma era anche severo e sicuramente alle parole di conforto seguivano anche quelle di sprono, a volte dure ma sempre giuste. Non era uno che te le mandava a dire. Quello che bisognava fare, andava fatto.

Rimpiango di esserci arrivata tardi ad avere una vita degna del dono che il Signore ci ha fatto permettendoci di nascere e di fare le nostre scelte: ma di quello che sto facendo sono abbastanza soddisfatta. Posso sicuramente fare di più e molto meglio ma sapere che ogni mia decisione sia essa personale oppure istituzionale è presa considerando il bene dell'altro come "sopra ogni cosa" mi fa stare tranquilla: so di essere sulla buona strada.
Certamente tutte le decisioni possono essere più o meno condivise perché è nell'ordine delle cose avere idee e opinioni diverse ma il centro di tutto questo è uno solo: non perdere mai la centralità dei bisogni dell'altro e cercare per quanto possibile di prendere decisioni che portino al soddisfacimento di questi e non del proprio e solo interesse.

A volte come potete ben immaginare è un'arma a doppio taglio perché in tutto questo non si deve perdere di vista anche quello che ci "fa bene" e le nostre legittime esigenze umane. Questa è una cosa più difficile da raggiungere rispetto al bene degli altri, paradossalmente per chi ha un carattere e una visione come la mia viene più facile occuparsi degli altri che di se stesso.

Qui mi rientrano in gioco forti e chiare le parole di Padre Capellaro "Ricordati che il Signore non ti fa desiderare una cosa perché non vuole vederla realizzata" : lui in fondo parlava dei "miei" desideri che però anche se erano miei visto che il Signore me li faceva "desiderare" in un certo qual modo erano "buoni" anche per gli altri.

Morale della favola fare del bene a se stessi contiene al suo interno anche il bene dell'altro perché questo ci spingerà ad essere aperti, propositivi ed in ascolto a differenza di quanti si arrocano sulle loro visioni e posizioni senza mai mettersi in discussione per il bene comune.

A tutti piacerebbe avere delle risposte "univoche e certe" e a me più di altri, credo mi donerebbe stabilità e certezza e se così fosse magari non sentirei nemmeno la voglia di "abbuffarmi".
Non lo scoprirò mai.
Quello che so per certo è che ho cominciato a darmi dei "no" veri ai miei "capricci da bambina sola e abbandonata" e questo mi ha portato a una considerevole riduzione degli attacchi "pre abbuffata".

Non mi pare vero di esserci finalmente arrivata: speriamo sia duraturo!

Al momento posso e devo lavorare soltanto su di me, l'ultima visita ortopedica è stata lapidaria: per loro non potrei più neanche lavare i piatti figurarsi camminare o fare ginnastica/sport.
Non mi arrendo, in attesa del prossimo consulto nel mese di luglio proseguo con gli allenamenti, ho promesso che sarei salita sul Lussari e sul Lussari salgo a costo di dover strisciare: perché se è un mio desiderio il Signore me lo farà realizzare.

Alla prossima!
P.s. Abbiate pazienza, appena ho più tempo scriverò ancora.


1 commento:

  1. Un prete lacaniano? A parte la battuta, è meraviglioso che tu abbia incontrato una persona così.

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