giovedì 12 aprile 2018

PREMESSA


La mia storia di malattia inizia molto prima del suo esordio "fisico" nel gennaio del 2013.
Ecco la ricetta infallibile:
Figlia di superstiti del disastro del Vajont ho sempre respirato in famiglia e all'esterno, abitando nel paese costruito per i sopravvissuti, il trauma e le sue conseguenze.
Si dice che "la mela non cade lontana dall'albero": una verità assoluta su cui si basa tutta la storia psicologica di ciascuno di noi.. alla fine siamo il risultato del posto ( inteso come famiglia in primis e ambiente culturale poi),  da dove veniamo!
Aggiungeteci una madre che è un "pezzo da 90" e la frittata è servita!
Un bel disturbo alimentare, Attila per gli amici, di quelli importanti diventa così l'amico di una vita, colui con cui condividi i dolori ma anche le gioie perché in fondo mangi per non sentire, né il bello della vita né tantomeno il brutto.
Avete presente il film Ghost Busters? Il fantasmino verde vomito di cui non riuscivano a sbarazzarsi nemmeno quando lo prendevano e alla fine li aiutava? Ecco Attila è come lui, oggi è lì ingabbiato nell'angolo della stanza che mi guarda con aria di sfida perchè è perfettamente consapevole che io di lui non mi sbarazzerò mai e che sarà sempre il mio fedele compagno.
Passi la vita a cercare di sopravvivere e fai quello che puoi.
Condivido la mia storia con voi partendo dalla fine perché "mi viene così.. e queste cose vanno raccontate così come vengono" ma in questo viaggio avanti e indietro lungo la mia vita sarete testimoni non di un semplice racconto ma dell'arrivo alla prossima destinazione: scoprire chi sono e riuscire ad essere io stessa per me un compagno fedele come è stato Attila in questi anni.

Pronti a partire?

7 commenti:

  1. Sono tutt’orecchi Lavinia. Cosi importante quello che racconti. Per te, per chi ti legge e impara da te.

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  2. Sarà piacevole e doloroso leggerti amica mia ma ci sarò.

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  3. Ne soffro da 40 anni e non riesco ad uscirne... È sempre li..

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  4. Io il mio Attila, c'è l'ho sempre li, anche dopo che ho fatto l'intervento di bypass gastrico, malgrado stia facendo di tutto per scacciarlo,continua ad essre li, e molte volte mi fa prendere delle brutte strade. Ora che ho lo stomaco grande come una pallina da tennis, e vero che non arrivò a mangiare più di un tanto, ma se quello che mangio è super calorico o lo mangio bello fluido, uff, i kg tornando a farsi sentire, sto rischiando la mia vita. Vorrei parlarne con qualcuno, con calma e pazienza
    Claudio Canciani
    Begliano

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    1. Forza Claudio! Fatti consigliare un buon psicoterapeuta!

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